Il drone italiano “Rapier” debutta al “Mam” di Grottaglie

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GROTTAGLIE (TA) – Il drone italiano ad ala fissa “Rapier”, sviluppato dalla società toscana Sky Eye Systems (gruppo OMA) per missioni di sorveglianza e intelligence, debutterà all’evento internazionale “Mediterranean Aerospace Matching”, che si svolgerà da dopodomani 22 fino al 24 settembre sull’aeroporto di Grottaglie (Taranto). In particolare sarà esposto il modello “Rapier X-25” (peso fino a 25 kg), che è stato recentemente acquistato come “cliente di lancio” dall’Aeronautica Militare e consegnato al 32° Stormo di Amendola (Foggia). La commessa dell’AM riguarda un sistema completo composto da due velivoli, un lanciatore a catapulta e una Ground Control Station (GCS) in cui operano un pilota e un operatore del payload. Anche Esercito e Marina hanno inviato lettere d’interesse per questo sistema. A Grottaglie sarà anche esposta la versione “Rapier X-SkySAR” (peso fino a 30 kg) dotata, oltre a sensori elettrottici/infrarossi, anche dello SkySAR, il più leggero radar ad apertura sintetica del mondo sviluppato dalla stessa Sky Eye Systems.

Sempre durante il “Mediterranean Aerospace Matching”, sarà anche annunciata una nuova versione a decollo e atterraggio verticali, destinata a rispondere principalmente alle esigenze della Marina Militare. Questo terzo modello, denominato “Rapier X-VTOL”, ha un peso massimo al decollo di 50 kg, un range operativo di 100 km (estensibile ad alcune centinaia di km, grazie al datalink satellitare opzionale) e un’autonomia da 5 a 11 ore a seconda della missione. E’ dotato di 2 motori in tandem per il volo orizzontale (uno a combustione multi-fuel e uno elettrico), unico della categoria che gli permette l’atterraggio anche su navi veloci in movimento o in presenza di forte vento, e di 8 motori a propulsione elettrica per il volo verticale. Monta a bordo sensori elettrottici/infrarossi e altri payload opzionali come sensori iperspettrali, Lidar, IFF, SIGINT e anche SAR (Synthetic Aperture Radar), grazie all’estrema flessibilità e modularità della baia payload.

Le tre versioni del “Rapier” condividono gran parte delle tecnologie sensibili e fondamentali sviluppate in Sky Eye Systems, quali il layout aerodinamico estremamente ottimizzato, il Flight Control System e la Ground Control Station, sviluppati secondo i massimi standard di sicurezza software-hardware, nonché la progettazione strutturale quasi interamente in fibra di carbonio. Oltre al settore militare, questi droni hanno anche numerose applicazioni in ambito civile e governativo, ad esempio per le attività di security, antincendio e search&rescue, ma anche per aerofotogrammetria, monitoraggio di grandi infrastrutture (oleodotti, gasdotti, linee elettriche, reti ferroviarie, autostrade, ecc.), controllo ambientale e agricoltura di precisione.

“Le ultime previsioni stimano un mercato mondiale potenziale per droni militari della categoria del Rapier di circa 6 mila unità nei prossimi nove anni fino al 2029”, spiega l’ing. Giovanni Fumia, head of Marketing and Sales di Sky Eye Systems. “Con la famiglia Rapier, la nostra azienda ambisce di poter acquisire almeno il 15% del mercato accessibile, grazie non solo al contenuto tecnologico sviluppato ed integrato nel Rapier, ma anche grazie alla sua competitività economica sui costi di acquisizione e sui costi operativi rispetto a prodotti concorrenti. Sono in corso, infatti, diversi contatti con potenziali clienti italiani ed esteri”.

La società Sky Eye System è stata fondata nel 2017 da un’iniziativa dell’ing. Massimo Lucchesini, già Amministratore Delegato di Aermacchi e Direttore Operativo di Alenia Aermacchi, e dalla famiglia Tonti della OMA di Foligno (Perugia), che ne detiene la proprietà, per sviluppare una nuova famiglia di “Small Tactical UAS”, piccoli droni tattici per applicazioni militari e civili di Classe Mini/Light del peso compreso tra i 25 e i 50 kg.