I vivaisti italiani contro la Regione Puglia sulla Xylella: entra nel vivo la causa civile milionaria in seguito all’indagine penale

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avvocato vincenzo acquafredda (trevisan&cuonzo)

Richiesta didanni per diversi milioni di euro mediante un’azione civile collettiva proposta dai più autorevoli rappresentanti del vivaismo italiano dinanzi al Tribunale di Lecce e curata dallo studio Trevisan & Cuonzo che mette sotto accusa la gestione dell’emergenza da parte della Regione

BARI – Ci sono importanti sviluppi nell’azione civile intentata dai vivaisti italiani con lo studio legale Trevisan & Cuonzo nei confronti della Regione Puglia per il risarcimento degli ingenti danni patrimoniali e di immagine subiti in conseguenza della mala gestiodell’emergenza Xylella che ha portato al blocco delle importazioni da parte dei Paesi terzi di tutto il materiale vivaistico potenzialmente sensibile al batterio della Xylella.

Il batterio della Xylella fastidiosa ha colpito un’estesa porzione dell’intero territorio pugliese, ma ha focolai evidenti anche nelle regioni Liguria e Toscana. Per arginare la contaminazione molti Paesi esteri hanno bloccato l’export degli ulivi e di altre varietà arboree soggette al batterio, di cui l’Italia è produttore leader. La Commissione Europea ha in corso una ispezione in Puglia per valutare l’evolversi della situazione, mentre è di pochi giorni fa la visita del Ministro dell’Agricoltura in Puglia per monitorare la situazione.

La causa civile proposta dai più autorevoli rappresentanti del vivaismo italiano entra nel vivo in seguito al deposito del decreto di archiviazione da parte della Procura di Lecce.

L’avvocato Vincenzo Acquafredda socio dello studio Trevisan & Cuonzo ha commentato: “Abbiamo fornito al Tribunale di Lecce le conclusioni dell’indagine svolta in sede penale che a nostro avviso rappresentano un’importante conferma della nostra tesi difensiva contro la Regione Puglia ed il proprio Osservatorio Fitosanitario. Riteniamo che siano stati inefficaci tutti i provvedimenti adottati da Regione e Osservatorio soprattutto durante la prima fase della diffusione della patologia vegetale. In particolare, la nostra tesi è che non vi sia stata una reazione tempestiva all’insorgenza del fenomeno con la conseguente mancata attuazione di idonee misure per il contenimento del batterio e di una adeguata comunicazione agli operatori del settore, continua l’avvocato Acquafredda“.

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