Due aziende pugliesi tra le quindici finaliste nazionali del Concorso oscar Green

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Oscar GreenROMA – Ci sono anche due aziende pugliesi tra le quindici finaliste nazionali – tre per sei categorie – del Concorso oscar Green, promosso da Coldiretti Giovani Impresa per premiare l’innovazione under 40 in agricoltura.

Un concorso che ogni anno registra sempre più successo raccogliendo anche in Puglia decine di iscrizioni e facendo conoscere aziende nuove che puntano alla diversificazione aziendale.

Ecco di quali aziende si tratta:

CATEGORIA SOCIAL INNOVATION

IL RITORNO DELLA BAMBOLA GREEN

Rosa e Paola Tortorelli – Puglia

Per realizzare dei perfetti gomitoli ci vuole manualità e tenacia ma allo steso tempo delicatezza, la stessa che serve per accudire le pecore. É questo il segreto di Rosa che, finiti gli studi, decide di ritornare alla campagna e alle sue greggi e che con l’aiuto di sua sorella Paola ha diversificato l’attività aziendale trasformando la lana da rifiuto speciale a bambole e bomboniere contadine. Le bambole sono completamente realizzate a mano, con la lana cardata delle loro pecore, colorata con i pigmenti estratti dalle piante tintoree del loro   territorio.

Ma dalla loro lana nascono anche sciarpe e cappelli, indumenti per bambini e oggetti vari, alcuni dei quali, come il manto delle pecorelle, vengono lavorati con gli utensili di un tempo durante le lezioni per insegnare anche ai più piccoli a lavorare la lana. Insomma Rosa, nella sua fattoria, non si sottrae a nessun compito dalla cura delle sue pecore nella stalla, ai trattori per arare e ai i terreni da coltivare per garantire prodotti genuini al loro agriturismo.

CATEGORIA CAMPAGNA AMICA

IL KETCHUP NOSTRANO CHE CONQUISTA L’AMERICA

Bernardino Nardelli – Puglia

Innanzitutto questo ketchup è italiano al 100%. E poi è agricolo, rigorosamente agricolo. Con il faccione da mangiatore di hamburger Bernardino Nardelli così presenta il suo prodotto di successo. Nasce in occasione del suo 30esimo compleanno e ora è il prodotto di punta della sua azienda ‘Sapor di casa’. In quell’occasione lo inventò per accostarlo alla porchetta. E da allora non si è più fermato. Il prodotto con il tempo si è perfezionato. Obiettivo? Fare zero chilometri dalla terra al laboratorio di trasformazione. E poi farne migliaia da qui al resto del mondo. E così è stato. Bernarino, americanizzato Benny, l’ha presentato ai suoi buyers e il suo ketchup è volato al di là dell’Atlantico, dove lo stesso Benny è stato invitato per le presentazioni. Questo ketchup non ha nè coloranti, nè conservanti ma solo il sapore intenso delle verdure di questo territorio.

Per conservante ha l’aceto di vino e a colorare ci pensano i pomodori del suo orto. Benny indossa una maglietta: «Gli italiano lo fanno meglio». «A differenza degli americani – spiega – per ketchup non intendiamo una purea rossa indistinguibile. Nel mio ketchup si deve vedere la strisciolina bianca della cipolla come il puntino verde del cappero o del sedano. I sapori devono essere ben distinguibili senza coprirsi l’uno con l’altro. Insomma il mio ketchup deve essere agricolo». ‘Sapor di casa’ nasce come laboratorio di trasformazione. Dapprima soltanto con gli ortaggi propri, poi si è sviluppato facendo conferire al laboratorio anche i prodotti di altri agricoltori i cui metodi di lavorazione sono controllati e garantiti da Bernardino. Qui vengono realizzate innanzitutto pasta di pomodoro e sughi pronti, ma poi anche sott’oli in olio extravergine d’oliva, paté, confetture e marmellate.