Bari

Cinghiali a Bari, prelevati 55 capi

 

In arrivo il vademecum per i cittadini

BARI – Nell’ambito delle azioni di monitoraggio e contrasto al fenomeno della presenza dei cinghiali nelle aree urbane, il Comune di Bari rende noto che in questi mesi sono stati prelevati 55 esemplari nella zona tra il quartiere San Paolo e le aree limitrofe al parco di Lama Balice.

Per rafforzare queste azioni è importante che i cittadini collaborino alla mitigazione del fenomeno evitando comportamenti sbagliati, come l’abbandono dei rifiuti sul ciglio delle strade o al di fuori dei cassonetti o, peggio ancora, il tentativo di offrire scarti di cibo agli animali attirandoli vicino le zone abitate.

Per questo si è deciso di condividere principalmente con i residenti del quartiere San Paolo e delle aree interessate dalla presenza degli animali una sorta di vademecum che spieghi le caratteristiche del fenomeno, che purtroppo ha dimensioni nazionali e sovranazionali, le questioni riguardanti i rischi per la sicurezza e l’incolumità pubblica, le iniziative avviate a Bari per arginarlo e, soprattutto, i modi in cui cittadini possono agevolare questo lavoro adottando comportamenti corretti.

Di seguito il testo del documento che sarà condiviso con i cittadini residenti del quartiere San Paolo, dove sono più frequenti gli avvistamenti dei capi selvatici.

CINGHIALI A BARI. 6 DOMANDE, 6 RISPOSTE PER SAPERNE DI PIÙ

1. PERCHÉ CI SONO CINGHIALI IN CITTÀ?

La presenza di cinghiali nelle aree urbane è un fenomeno esteso e non solo in Italia. Succede quando una specie selvatica trova «comodo» approvvigionarsi di risorse alimentari in zone abitate dall’uomo. Il fenomeno è largamente diffuso in Europa e interessa anche un numero elevato di città italiane, dove talvolta si è profondamente radicato. A Genova e Trieste, per esempio, la specie è stabilmente insediata nel territorio urbano da circa un ventennio.

2. QUALI SONO I RISCHI PER I CITTADINI? I cinghiali sono raramente aggressivi, ma sono pur sempre animali selvatici di stazza medio grande che, se impauriti, potrebbero attaccare l’uomo. Inoltre un cinghiale che si muove liberamente in città rappresenta un rischio per la circolazione stradale. Nel primo semestre 2017 (ultimo periodo per il quale esistono statistiche a riguardo) in Italia si sono verificati 75 episodi rilevanti, per un totale di 10 vittime e 91 feriti gravi.

3. È POSSIBILE ELIMINARE DEL TUTTO IL FENOMENO?

Le azioni di contrasto al fenomeno raramente consentono di «eliminare» completamente il problema. Ciò sia perché i flussi di nuovi individui da aree limitrofe sono continui, sia perché il cinghiale ha un elevatissimo tasso di riproduzione (8/12 cuccioli all’anno). Tutto quello che si può fare ha pertanto lo scopo di mitigare il problema. Anche perché i cinghiali, come tutti gli animali selvatici, sono patrimonio indisponibile dello Stato, che delega alle Regioni la competenza in materia di programmazione e prelievo venatorio, fatta eccezione per le aree protette, disciplinate da specifiche norme.

4. COSA SI È FATTO NEGLI ALTRI COMUNI ITALIANI?

Le azioni di contrasto, quando effettuate all’interno di aree urbane, consistono, nella maggior parte dei casi, nella cattura incruenta degli animali, con successivo trasferimento in aree recintate e controllate. Da lì i cinghiali vengono poi generalmente avviati alla commercializzazione. Ma tutte queste azioni incontrano notevoli difficoltà, sia da un punto di vista tecnico, sia operativo, sia, soprattutto burocratico e legislativo. Per questo, spesso, in molti comuni italiani, le misure adottate per contrastare il fenomeno risultano poco efficaci.

5 E A BARI, COSA SI STA FACENDO?

Il fenomeno della presenza dei cinghiali a Bari riguarda in parte l’area del Parco di Lama Balice (di competenza del Comune di Bari) e in parte maggiore l’area urbana del quartiere San Paolo, di competenza della Regione Puglia. Grazie alla collaborazione tra Regione, Comune di Bari e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, attraverso i piani elaborati e approvati dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), nel 2018 sono state avviate due sessioni di cattura, con l’utilizzo di quattro gabbie trappola. In circa tre mesi di attività sono stati ben 49 gli animali prelevati (un quarto dei quali adulti) e traslocati in aree recintate, lontane dai centri urbani. Non solo. La predisposizione di aree di cattura e l’azione di prelievo di animali hanno fatto sì che un numero consistente di capi si sia allontanato spontaneamente dalle aree urbane, verso zone dove la loro presenza non costituisce fonte di pericolo. Ciò ha consentito di ridurre la presenza della specie nel territorio urbano, contenendone il numero intorno alla decina di unità. Dai primi di febbraio di quest’anno è partita la terza sessione di catture, con la predisposizione di una nuova postazione di cattura con altre quattro gabbie trappola (quindi otto in tutto), con l’obiettivo di intercettare il massimo numero di animali in ingresso dal corridoio ecologico di Lama Balice, oltre agli individui che stazionano stabilmente nel territorio urbano. I primi risultati sono molto incoraggianti, e ad oggi il numero complessivo di animali catturati è di 55.

6. COSA POSSONO FARE I CITTADINI PER DARE UNA MANO?

Come detto, il fenomeno è molto difficile da debellare, ma si può mitigare significativamente, cosa che stiamo cercando di fare nel migliore dei modi. Ma è necessario che i cittadini, e in special modo i titolari di esercizi di ristorazione, ci diano una mano, evitando nel modo più assoluto di abbandonare resti di cibo fuori dai cassonetti. I residui alimentari lasciati in strada sono infatti delle vere sirene che attraggono gli animali anche a chilometri di distanza. Proviamo tutti a rispettare le regole di conferimento dei rifiuti e vedrete che la situazione migliorerà.

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