Bari, social hub e condomini sociali

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inaugurate case di comunità per vulnerabili - condominio sociale via napoli

Inaugurate 3 nuove strutture del welfare per l’accoglienza diffusa e il sostegno di persone e famiglie vulnerabili

BARI – Sono state inaugurate questa mattina tre nuove case sociali per l’accoglienza diffusa e il sostegno di famiglie, coppie e adulti in situazione di emergenza abitativa e con bisogni sociali e socio-sanitari.

Nello specifico si tratta di due condomini sociali e di un social hub di comunità, soluzioni residenziali innovative e sperimentali che differiscono per numero e tipologia di utenti e organizzazione.

L’assessora al Welfare Francesca Bottalico è intervenuta all’inaugurazione del condominio sociale nell’immobile di via Napoli 378/H (cfr. foto in allegato), che a breve nei sei mini appartamenti disponibili ospiterà fino a 18 persone vulnerabili, prevalentemente nuclei familiari e coppie. “In questi mesi il perdurare della crisi economica e l’allentamento dei legami sociali ha fatto crescere nuove tipologie di povertà – ha commentato Francesca Bottalico – lasciando emergere la presenza sul territorio cittadino di soggetti portatori di esigenze particolari: persone senza dimora, anziani in povertà estrema, persone con problemi sanitari, dipendenze patologiche, disagio psicologico o psichiatrico, nuclei familiari con persone disabili, tutte condizioni che rendono estremamente complessa l’accoglienza nei servizi ordinari a bassa soglia del Comune di Bari. Centinaia di persone che, pur vivendo una condizione di estrema vulnerabilità, non presentano i requisiti necessari per l’ospedalizzazione o l’ingresso in strutture residenziali socio-sanitarie. Per rispondere a questo tipo di bisogni, in continuità con gli interventi sperimentali messi in campo in questi anni, ad esempio con le prime Case di comunità, l’assessorato al Welfare ha individuato, attraverso un bando pubblico, nuove strutture residenziali in cui attivare esperienze di condomini sociali e social hub. Da oggi 73 persone fragili della nostra città potranno avere un domicilio e degli spazi di vita che ne rispettano la dignità e i bisogni“.

I condomini sociali sono strutturati in mini appartamenti autonomi con una capienza minima di 6 posti letto, ciascuno destinato a target diversi e comunque segnati da disagio socio-sanitario e psicologico: uomini e donne separati, persone senza dimora, adulti soli, vittime di discriminazioni, nuclei familiari con persone disabili o minori con un componente a rischio di forte vulnerabilità. Saranno aperti 24 ore al giorno per 7 giorni settimanali: data la vulnerabilità degli utenti non in grado, temporaneamente, di trovare un’occupazione, saranno assicurati i generi alimentari per i pasti principali valorizzando, dove possibile, il coinvolgimento e la collaborazione degli ospiti.

I social hub di comunità sono strutture più grandi rivolte prevalentemente a persone anziane sole e in condizione di marginalità estrema con patologie che non richiedono assistenza medico-infermieristica o nuclei familiari che al proprio interno abbiano persone con disabilità o con patologie psichiatriche o dipendenze monitorate dai servizi sanitari.

Saranno aperti 24 ore al giorno per 7 giorni settimanali: data la particolare vulnerabilità degli utenti, esclusi dalla dimensione lavorativa, in questo caso la somministrazione dei pasti principali avverrà anche attraverso il ricorso a servizi di catering, nel caso vi siano impossibilità a provvedere per alcuni a cucinarmi da solo, valorizzando comunque, nei limiti del possibile, il coinvolgimento e la collaborazione diretta degli ospiti.

A gestire i due condomini sociali saranno:

· “Help – assistenza e tutela per tutti”, nell’immobile sito in via Napoli 378/H a Bari, accreditato per 18 posti;

· “Feel at home”, in tre immobili siti a Gravina (via Ancona 14, via Museo 4 e via Santa Cecilia 11) ciascuno da 6 posti .

Il social hub di comunità sarà gestito invece da:

· “Progetto vita”, nell’immobile in via Napoli 332, che può ospitare 37 persone divise in stanze autonome.

I gestori dovranno operare in rete con i servizi sociali del territorio e con tutti i servizi pubblici e privati attivi per il contrasto alla grave emarginazione adulta, e in particolare interfacciarsi con i servizi sanitari, considerato il particolare target di utenza delle strutture.

L’accesso alle strutture avverrà previa valutazione del Servizio sociale professionale o del Pronto Intervento Sociale (in caso di emergenza); la permanenza nelle strutture sarà a titolo gratuito: dopo la prima fase di osservazione e conoscenza della storia personale dell’ospite, gli operatori e il Servizio sociale competente elaboreranno progetti di intervento individualizzati con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’autonomia individuale e sociale e, con essa, la possibilità di inserimento o reinserimento lavorativo.

Compatibilmente con la condizione di vulnerabilità di ciascuno, il modello organizzativo del servizio coinvolgerà gli utenti nella gestione quotidiana della struttura anche attraverso turnazioni delle attività comuni in base a quanto previsto dal patto di convivenza e dal regolamento interno della casa.

I servizi saranno coordinati da equipe professionali costituite da un coordinatore, operatori socio sanitario, psicologi in rete con l’equipe territoriale per valutazione degli accessi e per il monitoraggio e la presa in carico dei casi.