Bari, QM quartiere museo San Paolo: 10 opere murali realizzate da artisti pugliesi, nazionali e internazionali

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qm san paolo conf stampa

BARI – Questa mattina il sindaco Antonio Decaro, insieme al segretario generale della fondazione Mecenate 90 Ledo Prato, ha presentato alla stampa il progetto QM – Quartiere museo San Paolo – Bari. Ad illustrare il progetto e le tappe di realizzazione delle diverse fasi progettuali l’assessore regionale alla Cultura Massimo Bray, Giuseppe Zichella, amministratore unico di Arca Puglia partner del progetto, il curatore delle opere Stefano Antonelli e il responsabile del laboratorio di partecipazione del progetto Claudio Gnietti.

Alla conferenza stampa hanno inoltre partecipato l’assessora comunale alle Culture Ines Pierucci, il presidente del Municipio III Nicola Schingaro e la consigliera delegata del sindaco per la valorizzazione del patrimonio culturale Micaela Paparella.

QM – Quartiere museo San Paolo è un progetto che nasce dall’intenzione del Comune di Bari di avviare un percorso di rigenerazione dei luoghi attraverso l’utilizzo dell’arte urbana intesa come strumento di bellezza che può migliorare il contesto urbano e stimolare maggiore senso di appartenenza della comunità coinvolta nel processo di definizione delle opere, realizzate a cura di artisti internazionali, nazionali e locali. Questo intento, condiviso con la Fondazione Mecenate 90, si è presto trasformato nel progetto QM San Paolo che ha visto il finanziamento della Regione Puglia nell’ambito delle politiche di promozione della street art urbana e la collaborazione di Arca Puglia Centrale, che metterà a disposizione del programma di rigenerazione una serie di immobili di sua proprietà ubicati nel quartiere San Paolo.

Con questo intervento vogliamo accendere un faro di bellezza e di arte su un quartiere della città da sempre considerato periferia – ha esordito il sindaco Decaro in conferenza stampa –. Quando abbiamo cominciato a ragionare di un grande intervento di arte urbana non abbiamo pensato a nessun luogo che non fosse il quartiere San Paolo, per dimensioni, per conformazione urbanistica ma anche per le persone che ci abitano, che rappresentano una comunità che ha sempre più voglia di partecipare alla vita pubblica e di prendersi cura del proprio quartiere. Siamo contenti di aver incontrato in questo percorso la competenza e l’esperienza dell’associazione Mecenate 90, il sostegno della Regione Puglia e la collaborazione di Arca, che si è mostrata subito parte attiva del progetto mettendo a disposizione gli immobili di sua proprietà.

Oggi l’arte urbana è a tutti gli effetti uno strumento di rigenerazione urbana attraverso cui attivare le comunità locali nello sviluppo di un processo di maggiore identificazione con i luoghi vissuti e attrarre energie nazionali, sia in fase di realizzazione sia in fase di esposizione delle opere. Opere che, è importante dire, vedranno al partecipazione di street artist nazionali, internazionali e locali proprio perché il punto di incontro tra i vari attori seduti a questo tavolo oggi è stato il desiderio di mixare le energie attraverso la partecipazione e l’integrazione di più esperienze, conoscenze e competenze: i cittadini, le associazioni, le istituzioni e gli street artist che qui non vengono a dipingere un murales sulla facciata di un palazzo come farebbero su una tela bianca, ma vengono a dipingere le storie del quartiere San Paolo, la vita delle persone che lo abitano, i loro sogni e le loro paure. Ci tengo a soffermarmi su questo punto perché questa è stata una delle nostre prime richieste quando abbiamo cominciato questo percorso con l’associazione Mecenate 90, ossia favorire l’incontro tra locale e globale, affinché questo diventi il museo di arte urbana del quartiere San Paolo e non il museo al quartiere San Paolo“.

Ringrazio il sindaco Decaro e l’assessore Bray, che con la Regione Puglia, la prima in Italia ad essersi dotata di una legge sulla street art, finanzia questo progetto al quale stiamo lavorando da mesi grazie anche alla collaborazione con Arca Puglia – ha spiegato Ledo Prato segretario di Mecenate 90 –. Attualmente siamo impegnati in un’indagine quali-quantitativa sul quartiere, perché vogliamo consegnare ai laboratori e agli artisti coinvolti una chiave di interpretazione di quelle che sono la struttura e la composizione sociale, come pure i bisogni e le contraddizioni espresse da questo grande quartiere, che con i suoi 31.000 abitanti si configura come una piccola città. Al termine di questa indagine, nella prima metà di settembre, inizieranno i laboratori all’interno di una scuola del quartiere, con il coinvolgimento dei cittadini che abitano nelle dieci palazzine individuate: con loro vogliamo avviare un confronto nel merito, e a seguire incontreremo le associazioni già contattate nell’ambito dell’indagine in corso.

Nel progetto saranno coinvolti dieci artisti, cinque del panorama internazionale e nazionale e cinque locali, questi ultimi da individuarsi attraverso una call che sarà pubblicata lunedì prossimo per chiudersi il prossimo 1° settembre. Inizieremo a dipingere le dieci opere previste – otto finanziate dalla Regione Puglia, e due da ARCA Puglia – a fine settembre, per chiudere l’intervento artistico entro la metà di ottobre.

Ma il progetto non terminerà con i dieci murales perché ci auguriamo che questa esperienza di partecipazione possa proseguire con la costituzione di un’associazione, una comunità di cura composta da residenti, magari giovani, interessati a valorizzare nel tempo questo patrimonio.

Il nostro auspicio è di fare del San Paolo, nel tempo, il più grande museo condominiale d’Italia creando nei fatti una rivoluzione nel rapporto tra centro e periferia fino a rendere questo quartiere un pezzo importante del capoluogo pugliese, contraddistinto da un’offerta culturale nuova e interessante. Crediamo che questo possa contribuire a restituire fiducia e ad accrescere la reputazione di un quartiere troppo speso stigmatizzato, segnato sì da fragilità importanti ma caratterizzato da un grande valore umano e sociale“.

Sono convinto che con il programma “Street Art” la Regione Puglia possa vantare uno dei più incisivi interventi di riqualificazione urbana sul panorama nazionale – ha aggiunto Massimo Bray, assessore alla Cultura e Turismo della Regione Puglia –. Il programma utilizza forme di espressione come l’arte di strada e strumenti come la partecipazione sociale al fine di generare sviluppo culturale in aree periferiche delle nostre città. “Street art” ha già raccolto numerosi riscontri grazie alla realizzazione di opere d’arte su tutto il territorio regionale, dal foggiano al Salento, e da oggi conoscerà una sua attuazione anche nel quartier San Paolo del capoluogo pugliese. Insieme al Comune di Bari, con l’assegnazione del progetto all’associazione Mecenate 90, il rione che un tempo veniva riconosciuto esclusivamente con l’acronimo “C.E.P.”, Centro di edilizia popolare, ora fiorente zona della metropoli, diventerà una galleria en plein air. Credo che risulti interessante sottolineare quanto questa iniziativa sia frutto di un’approfondita ricerca condotta a monte sul tessuto sociale del territorio e di quanto la collettività sia stata coinvolta nel processo di valorizzazione. Una musealizzazione urbana intenzionalmente interpretata come sostegno ad una comunità non solo per mezzo di una spettacolarizzazione della sua scenografia, ma anche indirizzata a sollecitare la volontà dei cittadini stessi ad una presa in carico della cura del proprio patrimonio sociale e comunitario, allo scopo di incrementare la sua percezione in termini di pregio e fiducia“.

L’ARCA Puglia centrale – ha proseguito Giuseppe Zichella, amministratore unico di ARCA Puglia centrale – rappresenta la storia dell’edilizia residenziale pubblica della regione, la sua mission è quella di costruire alloggi ma oggi è importante fare manutenzione ed orientare la nostra attività anche nel fornire servizi agli occupanti degli alloggi.

L’ARCA ha aderito immediatamente al progetto. È stato fatto un accurato lavoro per individuare le 10 palazzine, le cui facciate non avranno bisogno di interventi nel medio periodo. QM San Paolo può essere la prima tappa di un processo di disseminazione dell’arte muraria nel quartiere, e ARCA è pronta ad accompagnare questo processo. Abbiamo certo il dovere di assicurare una abitabilità ai nostri inquilini ma abbiamo anche l’obiettivo, per quanto di nostra competenza, di promuovere arte e bellezza anche nei quartieri più lontani dal centro storico. L’edilizia pubblica può diventare con il tempo il palcoscenico della creatività contemporanea e la collaborazione con la Regione e il Comune sono fondamentali per migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini“.

Sono entusiasta di questo progetto – ha commentato la consigliera Micaela Paparella – che accende una luce su un quartiere periferico per trasformarlo in un inedito attrattore culturale attraverso percorsi di partecipazione e spazi dedicati all’incontro dei residenti con gli artisti che materialmente realizzeranno le opere, dando un’anima alle facciate dei palazzi individuati. Si tratta di una nuova opportunità da cogliere per trasformare la percezione di un intero quartiere, sulla scorta di quanto realizzato dall’artista modenese Mauro Roselli nel 2019 con il grande murales dedicato a San Nicola che è stato accolto dai residenticon grande gioia, generando un meccanismo di riconoscimento e di cura condivisa“.

Ringrazio la fondazione Mecenate 90 per questo progetto e colgo l’occasione per sottolineare tre aspetti fondamentali che caratterizzano questo percorso: la partecipazione, che rappresenta la cifra stessa dell’amministrazione Decaro, la consapevolezza del valore di interventi che mettono al centro le persone, e la sinergia interistituzionale che contraddistingue il lavoro di Comune e Regione in ambito culturale, grazie anche al ruolo dell’assessore Bray – ha concluso l’assessora alle Culture del Comune Ines Pierucci. Rispetto alle periferie, che io preferisco chiamare quartieri, con il presidente Schingaro abbiamo condiviso sin dall’inizio di questo mandato non solo singole iniziative ma una visione culturale più ampia, che in questi luoghi vede non i margini della città, ma le sue braccia e le sue gambe“.

In chiusura è intervenuto il presidente del III Municipio Nicola Schingaro: “Sento di ringraziare tutti gli attori di questo progetto di quartiere museo perché, al di là del mio ruolo istituzionale, ho un coinvolgimento diretto in questa storia: il San Paolo non è solo uno dei quartieri che amministro, ma è soprattutto il luogo in cui sono nato e cresciuto.

Pensare che il mio quartiere possa diventare un museo è un’idea molto forte, anche in virtù delle altre esperienze simili già condotte in Italia, come ad esempio nel quartiere romano di Tor Marancia a Roma. Come Municipio, seguiremo tutta l’operazione con grandissima attenzione, in particolare nella fase della partecipazione, affinché le opere da realizzarsi possano esprimere l’identità del San Paolo e delle persone che vivono qui. Abbiamo una grande occasione di riqualificazione culturale del quartiere che ha al suo interno una importante visione sociale“.

A fine conferenza stampa ha preso la parola anche Stefano Antonelli, uno dei due curatori artistici del progetto, che nel ricordare il legame con il percorso di Tor Marancia, ha sottolineato come QM abbia dalla sua la partecipazione e il fattore identitario, fondamentali per la buona riuscita e il radicamento dell’esperienza. “La nostra idea è quella di portare l’arte nella vita reale e sappiamo che per farlo non basta collocare quei grandi dipinti, uniche immagini artigianali di quelle dimensioni che si trovano oggi nelle nostre città, ma sia necessario lavorare sui processi di comunità e di appartenenza. Al San Paolo sperimenteremo un protocollo inedito grazie alla fiducia delle istituzioni e lavoreremo con artisti di calibro nazionale e internazionale, per collocare il progetto in un paradigma globale e locale e per creare sinergie artistiche nuove“.

Tra le anticipazioni sugli artisti che saranno coinvolti i primi nomi sono quelli di OZMO, GAIA (Andrew Pisacane), David Diavù Vecchiato e David Pompili.

Il progetto QM – Quartiere museo San Paolo si articola in tre fasi che sono state riorganizzate in corso d’opera anche in ragione delle norme anti-COVID 19.

I Fase: Indagine quali-quantitativa (attualmente in corso)
Per una preliminare analisi di contesto, presso gli uffici comunali competenti sono stati acquisiti i dati relativi alla:

· consistenza e composizione demografica del quartiere (numero di abitanti, popolazione giovanile e anziana, nuclei familiari e relativa dimensione);

· ricostruzione delle diverse fasi di insediamento abitativo (ARCA);

· presenza di istituzioni formative di ogni ordine e grado, asili nido e per l’infanzia, presenza di associazioni che operano nel territorio in ambito sociale, culturale e sportivo.

Sulla base dell’analisi dei dati raccolti e delle informazioni acquisite, mediante confronto a distanza con testimoni privilegiati, sono in corso interviste finalizzate a selezionare un numero di soggetti (30) a cui somministrare telefonicamente dei questionari semistrutturati condotti dai ricercatori di Mecenate 90.

Al termine dell’indagine sarà redatto un breve report che sarà successivamente condiviso con gli organizzatori dei Laboratori di partecipazione, con i curatori e la comunità degli artisti che saranno individuati per la realizzazione delle otto opere murarie.

II Fase: Laboratori di partecipazione
I laboratori nascono dall’esigenza di sperimentare un processo che superi l’approccio unicamente spettacolare dello spazio pubblico. Nel merito, si intende basare la progettualità su una dimensione territoriale, con l’obiettivo di generare coscienza civica e senso di appartenenza capaci di sollecitare la crescita culturale della comunità di riferimento e promuovere conoscenze, abilità e disposizioni proattive. Il progetto artistico si innesta cioè in un percorso di partecipazione della comunità che, nel riconoscere l’appartenenza ai luoghi rigenerati dalle opere, se ne prende cura, facendone motore di uno sviluppo culturale del quartiere. Operativamente i laboratori saranno organizzati in remoto, ed eventualmente in presenza, seguendo un format che prevede specifiche attività su distinti temi chiave:

Abilitazione
L’attività consiste nell’incontrare i rappresentanti di associazioni, enti, istituzioni e cittadini allo scopo di coinvolgere le persone nella gestione del processo di trasformazione che sarà generato dagli interventi artistici.

Costruzione
Il laboratorio, in linea con i principi della Convenzione di Faro (Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società), è finalizzato a promuovere il diritto a partecipare alla vita culturale, coinvolgendo le comunità locali nella gestione degli esiti del progetto artistico. L’idea è quella di sviluppare una serie di attività collettive finalizzate a costruire una comunità che si faccia protagonista e promotrice di cura dei propri spazi di vita, impegnandosi attivamente nella valorizzazione e nel potenziamento nel tempo del “museo condominiale”.

III Fase: Realizzazione delle opere
Sulla scorta dell’esperienza del “museo condominiale” di Tor Marancia a Roma, è possibile affermare che questa operazione di “trasformazione” sia non solo possibile ma presenti una gamma di ricadute positive sul territorio interessato. Rispetto al crescente fenomeno che, a partire dal 2000, ha visto proliferare la collocazioni di grandi dipinti murali negli ambiti urbani, il processo di musealizzazione urbana di un territorio è pensato e realizzato attraverso l’aggregazione, in uno spazio relativamente ristretto, di un grande quantità di opere in modo che esse possano essere fruite attraverso un percorso intuitivo che ne riveli le relazioni in quanto parte di un unico “discorso”, proprio come nel caso di una mostra d’arte. La porzione di “spazio pubblico” del quartiere interessata dall’intervento diventa “spazio espositivo pubblico” attraverso la collocazione ragionata di opere di pittura murale a carattere monumentale sui volumi dell’abitato. A seguito di questo tipo di intervento, il territorio tende a passare da uno status reputazionale generalmente basso ad uno “aumentato” grazie all’attenzione dei media e di membri di altre comunità colpiti dalla funzione attrattiva generata dal lavoro degli artisti guidati da curatori. La partecipazione e il coinvolgimento dei residenti, nelle forme possibili, sono imprescindibili: lo scopo è raggiunto se il quartiere riesce a rappresentare per gli stessi residenti un “museo a cielo aperto”, in particolare il “loro” museo a cielo aperto, un’autorappresentazione che dovrà essere confermata dall’attrattività esercitata dal quartiere in termini di visite finalizzate ad osservare le opere esposte.

10 artisti 10 opere
Nell’arte la qualità delle opere e degli artisti è un parametro fondamentale che determina differenti destini delle opere stesse e dei dispositivi che le accolgono, soprattutto in un progetto di questa natura, dove le opere hanno dimensioni monumentali e devono sostenere il loro statuto e ruolo nell’ordinario dell’esistenza della comunità territoriale. Stefano Antonelli, curatore delle opere, si occuperà quindi di scegliere gli artisti, costruire la relazione fra artisti e residenti e negoziare i contenuti delle opere. Gli artisti, dieci in tutto, saranno esponenti della scena nazionale e internazionale (5) e locale (5) allo scopo di costruire una relazione global-local stabile e duratura, produttrice di scambi e incontri. Gli artisti pugliesi saranno selezionati attraverso una call aperta che sarà pubblicata a giorni sul portale istituzionale del Comune di Bari. Ad ogni artista sarà fornito il report sull’indagine quali-quantitativa del quartiere e, successivamente, gli saranno chiesti tre bozzetti di massima da sottoporre ai residenti dell’edificio ove l’opera è destinata. In prossimità della realizzazione, gli artisti avranno a disposizione due giorni per familiarizzare con il quartiere e i residenti e rinegoziare i loro bozzetti con gli abitanti, raccogliendo le narrazioni e le storie. Le opere saranno realizzate utilizzando solo ed esclusivamente vernici ad acqua a basso impatto ambientale e massima persistenza del pigmento, condizioni ottenute attraverso un processo di analisi del fondo (intonaco) e la preparazione di vernici con le corrette proporzioni di pigmento, resine e catalizzatori.