Bari

Bari, individuata la ditta aggiudicataria dei lavori di completamento del Villaggio dell’accoglienza Trenta ore per la vita per Agebeo

A giorni la firma del contratto per l’avvio del cantiere

BARI – Con apposita determina della ripartizione Stazione unica contratti e appalti, sono stati aggiudicati ieri in favore dell’impresa Tecnotema Srl di Quarto (NA) gli interventi previsti per il completamento del Villaggio dell’accoglienza Trenta ore per la vita delle famiglie dei bambini malati oncologici promosso da “Agebeo e amici di Vincenzo onlus”.

Ad esito della procedura negoziata di accordo quadro biennale, infatti, la ditta ha presentato l’offerta ritenuta più vantaggiosa grazie a un ribasso del 33,936% sull’elenco dei prezzi posto a base di gara, pari a € 1.396.303,52 (Iva esclusa).

Come noto il centro, che sorge in via Camillo Rosalba su un terreno di proprietà comunale confiscato alla mafia, una volta terminato ospiterà gratuitamente i piccoli pazienti oncologici e le loro famiglie.

Grazie all’impegno degli uffici comunali – commenta l’assessore Giuseppe Galasso – abbiamo individuato rapidamente l’impresa aggiudicataria per poter avviare a breve i lavori in modo da realizzare gli interventi previsti dal progetto in tempo utile per quella che, d’accordo con Agebeo, vorremo fosse la data di inaugurazione della nuova struttura (novembre 2022), a vent’anni esatti dalla scomparsa di Vincenzo Farina. L’individuazione dell’appaltatore rappresenta un ulteriore passo avanti verso la realizzazione di questo ambizioso progetto, portato avanti con tenacia in questi anni da Michele Farina, che garantirà uno straordinario servizio di accoglienza ed ospitalità per le famiglie dei piccoli pazienti oncologici offrendo loro un prezioso conforto in un momento di grande difficoltà e dolore“.

Il progetto del Villaggio nasce nel solco di una collaborazione sviluppata negli anni tra il Comune di Bari e l’associazione di volontariato Agebeo & Amici di Vincenzo onlus, fondata a Bari, nel 1990, da un gruppo di genitori che hanno vissuto con i propri figli la dolorosa esperienza della lotta contro la leucemia e i tumori infantili. L’associazione, in qualità di affidataria del Comune, nel 2007, di un appartamento confiscato alle mafie, in via Tommaso Fiore, è diventata progressivamente un punto di riferimento per l’accoglienza dei familiari dei piccoli pazienti oncologici a Bari, provenienti dal territorio regionale o da altre parti d’Italia, costretti ad affrontare una lunga e onerosa permanenza presso il capoluogo.

Contestualmente, nel 2016, l’associazione, partecipando a un avviso pubblico del Comune, ha ottenuto in concessione un terreno confiscato alle mafie in zona Policlinico, con il vincolo di realizzarvi il Villaggio di accoglienza per le famiglie dei piccoli pazienti oncologici e dei presidi di carattere psicologico, socio-sanitari e riabilitativi, per i piccoli pazienti.

Nel tempo intercorso tra la concessione del terreno al 2018, Agebeo, grazie a un’intensa attività di fund raising su scala locale e nazionale e al sostegno finanziario di Trenta Ore per la Vita onlus, è riuscita a sviluppare il progetto tecnico esecutivo per il Villaggio realizzando circa il 50% delle opere previste, per un valore totale di circa 500mila euro.

Di qui, la scelta del Comune di Bari, in qualità di proprietario del suolo, di partecipare all’avviso regionale sul riutilizzo dei beni confiscati, candidando il progetto di completamento della struttura, in partnership con Agebeo, e di garantire un cofinanziamento pari a 710mila euro.

L’intervento candidato e finanziato dalla Regione Puglia prevede in particolare il completamento del Villaggio, che si compone di dieci moduli, su un unico livello, dei quali otto saranno destinati ad abitazione e due ad amministrazione e riabilitazione psicologica.

Ciascuna unità abitativa, di circa 50 mq sarà dotata di camera da letto, zona soggiorno/pranzo/cucina e bagno con doccia e potrà ospitare fino a quattro persone.

A garanzia dell’autosostenibilità energetica del villaggio, gli uffici tecnici comunali, estensori del progetto, hanno previsto degli impianti alimentati da fonti rinnovabili per la produzione di acqua calda, per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti.

Una volta completato, il Villaggio dell’accoglienza costituirà una vera e propria eccellenza sul fronte dell’ospitalità pubblica sanitaria per il Mezzogiorno e l’intero territorio nazionale, oltre che un esempio virtuoso di riutilizzo sociale di un bene confiscato, in coerenza con gli obiettivi della Legge 109/1996 e s.m.i. e della L.R. n. 14/2019, che prevedono che la restituzione dei beni alla collettività custodisca un valore simbolico per la comunità e rappresenti un’opportunità di riqualificazione culturale, urbana e sociale, creando nuove opportunità di lavoro.

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