L’intervento del sindaco Antonio Decaro nel corso della cerimonia al Teatro Petruzzelli
BARI – In occasione del centenario del Milite ignoto, questa mattina il sindaco Antonio Decaro ha partecipato alla cerimonia ufficiale nel Sacrario dei Caduti d’oltremare, alla presenza del ministro della Difesa Lorenzo Guerini e delle autorità civili e militari. A seguire, nel Teatro Petruzzelli, si è tenuta la presentazione dell’annullo filatelico celebrativo del centenario del Milite ignoto, nel corso della quale Decaro ha rivolto un saluto al pubblico in sala.
Di seguito il testo completo del suo intervento: “È con grande emozione che porgo a voi il saluto della città di Bari e i miei ringraziamenti, a nome della Fondazione lirico sinfonica Petruzzelli e teatri di Bari, che mi onoro di presiedere, per aver scelto la nostra città e il nostro Teatro più importante per la presentazione del francobollo celebrativo del centenario del milite ignoto.
Una ricorrenza, che ha preso inizio questa mattina con la deposizione di una corona di fiori presso il Sacrario dei caduti d’oltremare a Bari, dove sono custodite le spoglie di oltre 75.000 caduti, di cui 45.000 ignoti, durante il I e il II conflitto mondiale, a testimonianza della gratitudine e del rispetto che tutti noi proviamo nei confronti di quanti hanno sacrificato la propria vita per il nostro Paese.
In queste occasioni è nostro compito certamente rendere tributo a tutte le donne e gli uomini che hanno combattuto per il nostro Paese, con grande spirito di lealtà e sacrificio, durante i due conflitti mondiali, con una perdita tale di vite umane, tra civili e militari, che ancora oggi crea sgomento nei ricordi di chi c’era e di chi, come la maggior parte di noi, quegli avvenimenti li ha vissuti solo attraverso le pagine dei libri di storia o i racconti dei propri familiari.
Ma oggi, in nome di quel milite ignoto, vogliamo celebrare la supremazia della vita sulla morte, il trionfo dell’ingegno e della forza della parola sulla violenza e sulla sopraffazione, perché perpetuare il ricordo di migliaia di donne e uomini deceduti negli ultimi cento anni sui campi di battaglia dove pure il nostro Paese è stato impegnato, dall’Africa al Medioriente passando per i Balcani, significa ispirare la nostre azioni quotidiane ai valori della pace e della democrazia.
“L’Italia ripudia la guerra” è scritto nella nostra Costituzione. L’Italia ripudia tutte le guerre, anche quelle apparentemente piccole e silenti, spesso trascurate dai media, ma che nel tempo sono costate al nostro Paese ingenti sacrifici in termini di vite che oggi è nostro dovere ricordare.
Perché non esistono grandi guerre e piccole guerre.
Esiste la guerra: una, violenta, insensata, mai giusta, come ci ricorda la Carta fondativa della nostra Repubblica nata, proprio sulle macerie umane, economiche e sociali causate da una guerra civile e da un conflitto mondiale.
Una Costituzione che ha ribadito con forza il rifiuto del nostro popolo alla guerra come strumento di risoluzione di conflitti e controversie tra popoli e Paesi. Perché la guerra non è mai la soluzione.
Quando parliamo di conflitti armati parliamo di morte, distruzione, violenza, territori e popoli devastati. Parliamo sempre di donne e uomini, civili e militari che perdono la vita, e questo non può e non deve più accadere.
Ricordare questo significa oggi, per noi, celebrare il milite ignoto, celebrare il sacrificio di chi è caduto in nome di un Paese più libero e più giusto per i nostri figli e le nuove generazioni.
È in nome di questi valori che il Consiglio comunale della città di Bari, lo scorso primo febbraio, ha approvato una delibera con la quale si conferisce la cittadinanza onoraria al “Milite Ignoto, Cittadino d’Italia”, simbolo e patrimonio di tutti gli italiani. E così in qualità di presidente Anci, qualche settimana fa, ho voluto nuovamente invitare tutti i sindaci dei Comuni italiani ad intraprendere lo stesso percorso per conferire la cittadinanza italiana o per intitolare al “Milite ignoto – medaglia d’oro al valor militare” piazze, vie o altri luoghi pubblici, al fine di riconoscere in ogni luogo d’Italia la “paternità” di quel caduto, affinché quel soldato, sepolto sull’Altare della Patria cento anni fa e voluto come “di nessuno”, diventi invece patrimonio “di tutti”.
Per questo signor Ministro, voglio oggi consegnare nelle sue mani, in occasione di questa giornata, una pergamena che riporta la volontà della mia Città di ricordare e onorare il Milite ignoto come cittadino onorario della nostra comunità in ricordo di tutti coloro che si sono battuti e sono morti in nome della nostra libertà e del futuro del nostro Paese. Viva l’Italia, Viva la Repubblica!“.
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