Bari, al via il cantiere della bonifica definitiva della ex Fibronit

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Decaro: “Abbiamo trasformato in realtà una battaglia dei cittadini”

decaro-consegna-cantiere-fibronitBARI – Questa mattina il sindaco di Bari Antonio Decaro ha partecipato alla consegna del cantiere per la bonifica permanente della ex Fibronit i cui lavori cominceranno oggi. Al sopralluogo hanno partecipato l’assessore regionale Gianni Giannini, il direttore della ripartizione comunale Igiene e Ambiente Vincenzo Campanaro e i rappresentanti della ditta Teorema, capofila dell’ATI che si è aggiudicata la gara, insieme ai rappresentanti della ASL e dell’Arpa Puglia.

Il 2 marzo scorso il Comune di Bari ha aggiudicato l’appalto dei lavori riguardanti la bonifica definitiva del sito inquinato di interesse nazionale Fibronit in favore dell’ATI Teorema, finalizzati a neutralizzare ogni traccia di amianto dal sottosuolo dell’area. Il progetto, che ha ottenuto tutte le autorizzazioni da parte degli enti preposti nelle settimane scorse, prevede la realizzazione di tensostrutture in decompressione in cui verranno frantumate le macerie contaminate e stoccate nella zona nord del sito. Al termine delle operazioni, il sito sarà messo in sicurezza grazie all’impiego di speciali pacchetti di isolamento, una sorta di strati impermeabili, che verranno ricoperti da terreno con la creazione di una serie di collinette artificiali. La durata del cantiere è stimata in circa 720 giorni circa.

Questa è per la città di Bari una giornata storica – commenta il sindaco Antonio Decaro – oggi sono orgoglioso di essere il sindaco di una città dove i cittadini si sono indignati e hanno reagito, portando avanti una battaglia con convinzione e determinazione tanto da trasformarla in processo amministrativo e realtà. Dieci anni fa proprio grazie alla mobilitazione dei cittadini l’amministrazione comunale intraprese l’iter procedurale per rendere inedificabile l’area dove sorge questa fabbrica che per oltre 50 anni ha prodotto manufatti in cemento-amianto, provocando negli anni la morte di centinaia di persone. Così come i cittadini consegnarono nelle nostre mani questa battaglia, chiedendoci di riscattare la città e i cittadini del tributo di vite pagato, così io oggi consegno questo luogo nelle mani dell’azienda che nei prossimi due anni si occuperà dei lavori di bonifica e tombamento di tutti i residui di amianto che sono presenti ancora nel sottosuolo e negli edifici, assicurando sin da ora un’attenzione costante su tutti i procedimenti. Al termine di questi lavori, insieme alla Regione Puglia cercheremo i fondi per realizzare un grande parco urbano, il “parco della rinascita”, su una superficie di oltre 100 mila metri quadri. In questo parco un’area sarà dedicata a Maria Maugeri, la donna che più di tutti noi è stata protagonista di questa straordinaria operazione, di cui oggi ne è il simbolo. Con Maria avevo preso l’impegno di avviare i lavori per la bonifica definitiva della Fibronit entro il mese di ottobre, cosa che abbiamo rispettato e che ci avrebbe reso ancora più felici se lei fosse stata qui con noi”.

Incontreremo periodicamente i cittadini per spiegare le varie fasi lavorative e nelle prossime settimane sarà attivo un sito www.bonificafibronitbari.it dove i cittadini potranno costantemente verificare l’andamento dei lavori e avere informazioni su tutte le procedure in corso.

I lavori hanno un importo complessivo di € 14.227.684,67 di cui € 10.000.000 derivanti da fondi regionali, € 3.000.000 da fondi CIPE ed € 1.227.684,67 da fondi ex Lege 426/98.

Dallo scorso luglio, grazie all’accordo di programma siglato dal Comune di Bari con il Ministero dell’Ambiente e la Regione Puglia, la proprietà dell’area ex Fibronit è stata trasferita al Comune di Bari.

I LAVORI PREVISTI:

1) demolizione dei padiglioni C, D, E-F, G, H, I. Riduzione pezzatura macerie. Fornitura di big bags e insaccaggio delle macerie all’interno dei big bags. Uscita big bags attraverso l’Unità Decontaminazione Materiali. Le demolizioni avverranno in camera confinata staticamente e dinamicamente (ex DM 6/9/1994), con tensostruttura di adeguate dimensioni, opportunamente ancorata al suolo, con sistemi di estrazione dell’aria di adeguata potenzialità, dotata di UDM e UDP.

2) pulizia vasca, raccolta acque presso la palazzina uffici, mediante svuotamento con autospurgo, pulizia, lavaggio, incapsulamento finale e smaltimento delle acque aspirate;

3) realizzazione volume confinato di messa in sicurezza permanente on-site (nella porzione nord dell’area), con fornitura e posa in opera di un sistema di vibroinfissione di palancole metalliche a confinamento perimetrale dell’area di realizzazione del volume confinato; realizzazione di muratura perimetrale in cemento armato a sostegno della muratura esistente e quale sistema di ancoraggio per i sistemi di impermeabilizzazione del volume confinato; realizzazione di fondo di appoggio impermeabilizzato mediante fornitura di materiale di regolarizzazione, geomembrane impermeabili, geocomposito bentonitico; realizzazione di sistema drenante e vasca di accumulo delle acque prodotte durante il periodo di gestione del volume confinato; movimentazione dei big bags contenenti macerie da demolizione edifici e collocamento in sicurezza nel volume confinato; gestione del volume confinato fino a completa chiusura dello stesso; realizzazione di sistema di copertura e chiusura volume confinato mediante fornitura e posa di materiale inerte di regolarizzazione, teli in tessuto non tessuto, geomembrane impermeabili, strato di argilla con permeabilità in spessore finito di 50 cm, geocomposito drenante;

4) realizzazione di sistemi di isolamento superficiale presso aree dove permangono suoli contaminati da amianto (corpi) mediante fornitura e posa di materiale inerte di regolarizzazione, teli in tessuto non tessuto, geomembrane impermeabili, strato di argilla con permeabilità;

5) realizzazione e perimetrazione dei corpi confinati, di sistemi di drenaggio acque meteoriche (trincee drenanti) e gabbioni metallici rinverdibili. Realizzazione di una vasca raccolta delle acque piovane raccolte dalla trincea drenante e relativo sistema di rilancio verso la fognatura e/o verso sistema di irrigazione;

6) monitoraggi, verifiche e analisi in corso d’opera, riguardanti il monitoraggio dell’aria prima e durante l’esecuzione dei lavori, monitoraggio periodico delle acque di falda mediante campionamento e analisi, campionamento e analisi acque piovane raccolte dal sistema di drenaggio dei sistemi di messa in sicurezza, esecuzione di rilievi topografici sui corpi confinati di messa in sicurezza; esecuzione (solo se necessaria a seguito di monitoraggio delle acque di falda) di messa in sicurezza delle acque di falda mediante pompaggio e scarico in fognatura.

IL SITO CONTAMINATO DI INTERESSE NAZIONALE EX FIBRONIT

Nell’area della ex Fibronit, la fabbrica che per 50 anni (1935-1985) ha prodotto manufatti per l’edilizia in amianto (eternit) nel cuore di Bari, tra Japigia e Madonnella, sorgerà un grande parco pubblico.

Il 22 luglio del 2004 il primo atto politico della prima giunta Emiliano è stata manifestare alla Direzione generale del Ministero dell’Ambiente a Roma la ferma volontà di procedere alla bonifica della Fibronit rendendo l’area definitivamente inedificabile (laddove la precedente amministrazione di centro destra aveva previsto un grande piano di lottizzazioni proprio su quell’area).

Il 2 maggio del 2005 il Consiglio comunale di Bari ha approvato la variazione di destinazione urbanistica del suolo Fibronit da zona per attività terziarie a verde pubblico di quartiere.

Dal 1995, quando fu lanciato il primo allarme per la presenza di fibre di amianto nell’area, la ex Fibronit ha rappresentato una emergenza drammatica almeno fino al 2006, quando, a partire dal mese di ottobre, è stata avviata la rimozione in sicurezza di 1600 tonnellate di amianto abbandonato su tetti, pavimenti e muri dei capannoni, poi trasportate in una discarica specializzata nel settore in Germania.

A giugno del 2007 sono terminati gli interventi della messa in sicurezza di emergenza, che hanno messo al riparo i cittadini da ogni pericolo per la salute.

Dopo una serie di operazioni lunghe e complesse, costellate da innumerevoli contenziosi, a seguito dell’autorizzazione sul progetto definitivo rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e dei relativi finanziamenti concessi dalla Regione Puglia, il Comune di Bari è riuscito ad attivare la procedura pubblica per individuare l’azienda specializzata incaricata di realizzare l’opera di bonifica definitiva (messa in sicurezza permanente) del sito di interesse nazionale ex Fibronit.

Al termine della bonifica definitiva su quell’area di 100.000 metri quadri sarà realizzato il più grande parco pubblico della città di Bari, dedicato a tutte le persone che sono morte per mesotelioma pleurico causato da amianto, per quelle che hanno sofferto o soffrono ancora.

Il piano di fattibilità del parco, predisposto dagli uffici comunali, è stato candidato ai finanziamenti europei, per un investimento di circa 10 milioni di euro, con buone prospettive di essere accolto.

LE VITTIME DELLA FABBRICA E LE MALATTIE DA ESPOSIZIONE AMBIENTALE

Sono circa 400 le vittime attualmente stimate legate all’esposizione da amianto. Mentre sono residuali i numeri accertati in giudizio.

Quanto alle malattie riscontrate tra le persone che hanno vissuto nel raggio di 1km dalla Fibronit, le cifre ufficiali del 2009 parlano di 51 casi accertati di mesotelioma, con una particolare concentrazione nel quartiere Madonnella. Eppure il mesotelioma è una malattia rara che colpisce 1 persona su 100.000. 51 casi solo a Bari in quell’area rendono l’idea dell’impatto letale della Fabbrica sulla salute dei cittadini.

I numeri sono la risposta più eloquente ad una tendenza negazionista che metteva in discussione, appunto, i rischi enormi legati alla presenza di una fabbrica di amianto nel cuore di una città.

È fondamentale evidenziare che la contaminazione da amianto è potuta avvenire o nel periodo in cui la fabbrica era ancora in attività o negli anni in cui esistevano ancora condizioni oggettive di rischio. E che gli interventi di messa di sicurezza di emergenza voluti e realizzati dall’amministrazione comunale nel 2006/07 hanno scongiurato qualsiasi ulteriore rischio per la popolazione. Il che, ovviamente, non mette al riparo dalle patologie contratte in precedenza.

Purtroppo il mesotelioma è una malattia con un decorso molto lungo (anche decenni), e dunque si stima che il picco dei casi di si registrerà nei prossimi anni, per l’esattezza nel 2025.