Bari, accordo sul canone calmierato

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Brandi: “Una risposta ai cittadini in difficoltà”

conferenza canone concordatoBARI – Questa mattina il vicesindaco e assessore al Patrimonio ed ERP Vincenzo Brandi, insieme ai rappresentanti delle associazioni dei proprietari – APPC e UPPI – e degli inquilini – SUNIA e SICET – ha illustrato alla stampa l’accordo sul canone calmierato raggiunto nell’ambito del tavolo di lavoro che negli scorsi mesi ha visto confrontarsi le diverse parti in campo.

Qualche tempo fa – ha esordito Vincenzo Brandi -, anche a fronte della perdurante crisi economica che attanaglia migliaia di famiglie baresi e si traduce in sfratti esecutivi continui e in un numero crescente di situazioni di morosità incolpevole, abbiamo iniziato a parlare della necessità di avere a disposizione canoni calmierati rispetto a quelli del mercato libero.

Per questa ragione l’amministrazione comunale ha dato impulso ad un’azione congiunta con le associazioni e i sindacati degli inquilini e dei proprietari, concordando sulla necessità di andare incontro a quei cittadini che si trovano in difficoltà, operando a tal fine una modifica temporan

lle condizioni di contesto, dovrà essere riscritto e depositato entro tempi brevi, abbiamo scelto di operare per stralci e preso in esame in primo luogo la riduzione dei canoni di locazione a canone concordato. Abbiamo lavorato per raggiungere una riduzione significativa dei canoni di locazione, che può arrivare anche al 30% rispetto ai canoni concordati nel 2004. Per darvi un’idea dei parametri di riferimento, a Bari vecchia si potrà affittare un alloggio di 60 mq con oltre quattro elementi a 214 euro rispetto ai 300 del vecchio canone, mentre al Libertà, per un alloggio di analoghe dimensioni, si potrà passare da 396 euro del vecchio canone agli attuali 270. Sono solo degli esempi, ma credo diano la misura di una riduzione importante, che in alcuni casi raggiunge anche la cifra di 150 euro in meno al mese.

Questa parziale modifica dell’accordo del canone concordato ci consente di dare un segnale concreto di attenzione a tutti quei cittadini che vivono sulla propria pelle gli effetti dell’emergenza abitativa. Senza trascurare i legittimi diritti della proprietà, perché il nostro obiettivo in questi mesi è stato quello di trovare un punto di equilibrio tra le diverse esigenze che conciliasse le aspettative e i diritti delle parti in causa per consentire da un lato ai conduttori di ottenere condizioni di locazione più agevoli rispetto al libero mercato e dall’altro incentivare i proprietari a mettere sul mercato gli alloggi attualmente sfitti. L’amministrazione sin dallo scorso anno ha dimostrato, con l’abbassamento dell’aliquota IMU dal 10 al 4×1000 ed in virtù di questa scelta consentendo oggi la riduzione al 3×1000.

A partire dal primo giugno sarà possibile rivolgersi ad associazioni e sindacati di categoria nonchè allo sportello dell’agenzia per la casa, istituito presso la ripartizione Patrimonio, al fine di ricevere le indicazioni utili.

Ringrazio tutte le associazioni e i sindacati per lo spirito di collaborazione dimostrato, che ci ha consentito di raggiungere un accordo importante in favore della collettività

ea dell’accordo sul canone concordato che risale al 2004. Pur consapevoli che l’accordo vigente, ormai datato e non più rispondente a”.

Mauro Simone di APPC – Associazione piccoli proprietari casa ha sottolineato che con grandi sacrifici le rappresentanze della proprietà tutte, comprese Confedilizia e Aspi, assenti oggi in conferenza stampa per impegni personali, abbiano aderito alla richiesta dell’amministrazione comunale di calmierare i fitti, sottoscrivendo un riduzione significativa dei limiti inferiori e superiori delle fasce di oscillazione dei canoni concordati nel 2004. “Questa misura non sostituisce completamente l’accordo vigente – ha dichiarato – ma rappresenta un provvedimento temporaneo ed eccezionale, in vista del nuovo accordo organico e definitivo. Si tratta di un punto di partenza, una leva per sostenere gli affitti delle fasce più deboli della popolazione, ma da parte nostra sottolineiamo contestualmente la necessità di incentivare i proprietari a mettere sul mercato della locazione le migliaia di alloggi attualmente sfitti”.

Dello stesso avviso Gianluca de Lucia di UPPI – Unione piccoli proprietari immobiliari, che ha sottolineato come “non è tanto importante soffermarsi su quanto fatto fin qui per cercare di smuovere il mercato immobiliare, quanto piuttosto ragionare su ciò che faremo per dare un abito su misura al nuovo accordo sul canone calmierato, che dovrà essere al passo con i tempi. Penso in particolare al doveroso riconoscimento a quei proprietari che in questi anni hanno sostenuto investimenti importanti sulla riqualificazione fisica ed energetica degli immobili da immettere sul mercato della locazione. Costoro dovranno vedersi riconoscere delle premialità nel nuovo accordo, e ottenere introiti commisurati alla qualità degli alloggi resi disponibili”.

Nicola Zambetta del Sunia – Sindacato unitario nazionale inquilini assegnatari ha ringraziato l’amministrazione comunale per aver giocato un importante ruolo di mediazione nella partita del canone calmierato, ricordando come la legge 431 prevede che l’accordo debba essere sottoscritto ogni tre anni. “Dal 2004 a Bari non è più stato aggiornato l’accordo sul canone concordato, con l’effetto paradossale che ci troviamo con canoni fissati dodici anni fa che di fatto corrispondono a quelli del libero mercato. Per questa ragione siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto dal tavolo di lavoro congiunto, che ci consente di ridurre i canoni di affitto nell’attesa di un intervento complessivo che tenga conto del mutato quadro economico. Come sindacato degli inquilini ci preme sottolineare la necessità che gli alloggi sul mercato vengano riqualificati, tenuto conto che circa il 70% degli immobili in locazione versa in condizioni di degrado, e che l’amministrazione comunale effettui dei controlli sui contratti agevolati per verificarne l’effettiva rispondenza ai criteri previsti. Abbiamo fiducia nell’impegno dell’amministrazione per agevolare l’incontro tra domanda e offerta e crediamo che l’Agenzia per la casa sia un organismo fondamentale per tarare le politiche comunali di contrasto all’emergenza abitativa”.

Siamo in un momento di passaggio – ha commentato Carmine Chiusano di SICET – Sindacato inquilini casa e territorio – e dobbiamo essere il più possibile pragmatici e lungimiranti. Per noi è fondamentale che i canoni siano non solo sostenibili, ma anche effettivamente commisurati alle esigenze delle famiglie e correlati allo stato degli immobili. Per questo, nel passaggio della valutazione dei canoni da quartieri a municipi , dovremo essere attenti ad individuare costi al mq che siano il più possibile corrispondenti alle diverse realtà territoriali. Bisogna agevolare percorsi di locazione che siano sostenibili e sereni, e per farlo è necessario dare impulso sia alla commissione di conciliazione, al fine di evitare il ricorso al tribunale, sia ad una nuova attenzione, da parte dei proprietari, alla qualità degli alloggi da proporre alla locazione”.

La nostra azione sul fronte dell’emergenza abitativa e del sostegno alle fasce più deboli della popolazione – ha concluso Brandi – è a tutto tondo. Ad esempio, in relazione alla morosità incolpevole, abbiamo chiesto sia attraverso l’Anci nazionale – Commissione politiche abitative sia attraverso la Regione Puglia, la possibilità di usufruire dei fondi di morosità incolpevole residui con operazioni a sportello, e siamo in attesa di un risposta che dovrebbe arrivare a breve. La nostra idea è quella di poter utilizzare quei fondi non facendo un bando con scadenza predeterminata ma attivando un vero e proprio sportello sempre aperto fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Attiveremo anche una serie di garanzie che abbiamo previsto nell’ambito della gestione dell’Agenzia per la casa, che è l’organismo attivato per coordinare tutte le politiche abitative sul territorio comunale. Penso in particolare alla possibilità di garantire attraverso polizze assicurative i proprietari in caso ci siano da sostenere spese legali o interventi di ristrutturazione, come pure alla possibilità di istituire un fondo di garanzia nel caso vi siano delle mensilità non pagate dagli inquilini. I criteri tecnici e la quantificazione di queste misure saranno ovviamente oggetto di contrattazione nell’ambito dell’Agenzia della casa, tutto ciò che riusciremo a concordare avrà poi riscontro all’interno dei nuovi accordi per il canone concordato e nell’ambito delle ulteriori misure, allo studio dell’amministrazione, finalizzate a garantire il matching tra domanda e offerta”.