Arnesano, emissioni odorigene inquinanti. L’Arpa s’impegna ad aumentare i controlli in seguito alla segnalazione di Trevisi (M5S)

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Le dichiarazioni del rappresentante pentastellato

incendio arnesano - via delle paludiARNESANO (LE) – Maggiori controlli sul territorio. È l’impegno preso dall’Arpa in seguito alla segnalazione inviata giorni fa dal consigliere del M5S Antonio Trevisi sui cattivi odori che si avvertono nella cittadina leccese e nei paesi limitrofi nelle ore pomeridiane e fino a tarda sera e che sembrerebbero essere causati dalla combustione di rifiuti. Diverse le denunce da parte dei cittadini arrivate al consigliere pentastellato, in particolare per quanto riguarda le campagne presso via Madonna Monte Vergine sino ad arrivare all’incrocio con la Sp225, e Via delle Paludi, parallela della strada provinciale 12 che conduce a Magliano.

L’Arpa – dichiara il pentastellato – oltre a impegnarsi ad aumentare i controlli, ha evidenziato come molti comuni pugliesi abbiano emanato ordinanze che consentono la combustione in campo di residui agricoli allo scopo di evitare la diffusione di possibili fitopatologie. Purtroppo se l’ordinanza non viene rispettata e la combustione viene effettuata insieme a plastiche e rifiuti, può creare emissioni inquinanti nocive per la salute che peggiorano la qualità dell’aria. La situazione va risolta al più presto e le istituzioni devono assolutamente farsi carico con urgenza della questione per tutelare la salute dei cittadini.”

Nella frazione di Rione Riesci di Arnesano è collocata una centralina di monitoraggio della qualità dell’aria della rete regionale e alla fine del 2015 vennero rilevate le più alte concentrazioni di particolato (Pm 10) dell’intera regione, ben oltre la soglia tollerata di 50 microgrammi per metro cubo al giorno. “Il 25 maggio 2016 – continua Trevisi – è stata approvata in Consiglio regionale la mozione a mia prima firma che impegnava la Giunta a richiedere con urgenza uno studio per migliorare il monitoraggio delle fonti inquinanti sul territorio pugliese e a implementate le tecnologie per risalire con certezza alle cause dell’inquinamento. A distanza di un anno niente è ancora stato fatto, mentre i dati epidemiologici nella nostra regione continuano a essere preoccupanti. Emiliano – conclude – non può continuare a star fermo a guardare. Questa non è una battaglia politica, qui c’è in gioco la salute di migliaia di pugliesi”.