Apertura della caccia, LNDC: “Prende il via la stagione delle stragi legalizzate”

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Lega Nazionale per la Difesa del CaneBARI – L’apertura della stagione venatoria è fissata in Puglia al 20 settembre 2015 e terminerà il 31 gennaio 2016 per i residenti nel territorio regionale. Per gli extraregionali, in possesso di autorizzazioni o permessi, l’esercizio della caccia è consentito dal 4 ottobre 2015 al 30 dicembre 2015. Sull’argomento interviene Michele Di Leva, responsabile LNDC Caccia e Fauna selvatica, che critica l’apertura anticipata in molte regioni (Puglia compresa) “nonostante le Direttive Comunitarie e il parere dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale”. Qui di seguito il comunicato integrale di Di Leva:

“Com’è ormai triste consuetudine, il 21 settembre si aprirà su tutto il territorio nazionale la stagione di caccia, uno scempio che vedrà come vittime designate almeno cento milioni di animali in un lasso temporale di poco più di quattro mesi. Ogni anno vengono cacciati legalmente in media oltre 17 milioni di uccelli più un’infinità di altri animali fra cui lepri, cervi, cinghiali, caprioli e daini, a opera degli oltre 750mila cacciatori presenti in Italia. Un numero costantemente in discesa, quello dei cacciatori, ma che rimane una potente lobby coesa nel rappresentare i propri interessi in sede politica e nell’ambito delle amministrazioni locali, comuni, province e regioni.

Un esempio lampante di questo è l’apertura della caccia anticipata al 1° settembre nella maggior parte delle regioni italiane, un provvedimento consentito dalla legge per motivi eccezionali ma che ormai è diventato una regola. Regola che, seppur in contrasto con le Direttive Comunitarie e i principi scientifici in merito alla tutela della fauna, viene regolarmente applicata anche contro il parere dell’Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) pur di accontentare le richieste sempre più pressanti dei cacciatori.

Da sempre il mondo venatorio rappresenta un importante bacino elettorale al quale gli incaricati della gestione della “res publica” non rimangono per nulla indifferenti, con la conseguenza che una volta eletti dovranno accontentare le richieste di chi li ha votati. Per esempio anticipando l’apertura della stagione di caccia con pretesti come i presunti danni causati da animali cosiddetti nocivi quali le volpi, i daini, i caprioli e tanti altri, con il supporto di elementi non di rado gonfiati ad arte e in contrasto con le indicazioni dell’Ispra.

In questo quadro decisamente poco incoraggiante, Lega Nazionale per la Difesa del Cane desidera rilevare che l’81% del bracconaggio in Italia è praticato principalmente da cacciatori con licenza di caccia (fonte Cabs). Con questi dati, il nostro paese si è guadagnato il poco lusinghiero secondo posto fra i paesi del mediterraneo per quanto riguarda il numero di uccelli uccisi (fonte BirdLife International).

LNDC condanna duramente e con preoccupazione queste stragi perpetrate a carico della fauna selvatica per un raccapricciante divertimento ma anche per interessi di natura economica rilevanti, che vedono coinvolte anche innumerevoli pubbliche amministrazioni prodighe in regalie alle lobby venatorie”.