Acquaviva delle Fonti, concerti dell’associazione Colafemmina con il Conservatorio Piccinni

Venerdì 19 e domenica 21 settembre , a Palazzo de Mari di Acquaviva delle Fonti, cinque giovani interpreti.Non solo solista: il pianoforte si fa orchestra per i Concerti di Beethoven e Mendelssohn

ACQUAVIVA DELLE FONTI – Due serate di grande musica attendono il pubblico dell’associazione Colafemmina di Acquaviva delle Fonti. Per la 18esima stagione sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Puglia e dal Comune di Acquaviva delle Fonti, venerdì 19 e domenica 21 settembre, sempre alle ore 19.30, a Palazzo de Mari, sono previste due tappe di un progetto dedicato alla rilettura per due pianoforti di quattro celebri Concerti per pianoforte e orchestra.

Si tratta dei primi tre dei cinque Concerti di Beethoven e del primo dei tre Concerti composti da Mendelssohn. Un progetto, con guida all’ascolto della musicologa Stefania Gianfrancesco, che vede coinvolto il Conservatorio Piccinni di Bari con giovani eccellenze della scuola pianistica del maestro Maurizio Matarrese, direttore artistico dell’associazione Colafemmina.

Si tratta dei solisti Donato Cassano, Davide Dentuti, Giulio Colapietro e Rebecca Brindicci, tutti affiancati da Dario Novielli, cui è stata affidata l’esecuzione delle parti orchestrali ridotte per tastiera. Per cui, venerdì 19 settembre si ascolteranno nell’ordine Donato Cassano e Davide Dentuti rispettivamente nei Concerti n. 2 e n. 1 di Beethoven, mentre domenica 21 settembre Giulio Colapietro e Rebecca Brindicci saranno solisti nel Concerto n. 3 di Beethoven e nel Concerto n. 1 di Mendelssohn.

Nel corso degli anni sono stati spesi fiumi di inchiostro sulle possibili chiavi di un’adeguata interpretazione dei Concerti per pianoforte di Beethoven. E sono stati messi sempre nel dovuto risalto i caratteristici elementi di grandiosità, drammaticità e intimismo, ancora oggi ritenuti irrinunciabili punti di riferimento per l’esecuzione dei capolavori del Titano di Bonn.

Nei Concerti Beethoven

ripensa il modello di Mozart a lui vicino, accentuando però il confronto drammatico tra solista e orchestra e rendendo le dimensioni complessive dei brani più estese e monumentali. E se i Concerti giovanili n 1 e n. 2 risultano già molto innovativi e diversissimi tra loro, il Concerto n. 3 incarna una delle espressioni più caratteristiche del pensiero drammatico e «illuminista» di Beethoven.

Dal canto suo, il Concerto n. 1 di Mendelssohn, brano virtuosistico molto apprezzato da Clara Schumann e Franz Liszt, non rappresenta soltanto una concessione alle forme romantiche diffuse nei primi anni del Diciannovesimo secolo, ma si qualifica anche come espressione di nuovi contenuti che, senza sacrificare le conquiste tecniche del virtuosismo strumentale, si indirizzano alla ricostituzione della dialettica tra solista e orchestra, così caratteristica proprio nel concerto classico beethoveniano.