A Bari le celebrazioni del 24° anniversario della strage di Capaci

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In piazza le scuole baresi che hanno partecipato al concorso “Diamo forza al nostro impegno”

celebrazioni 24 anniversario strage di capaciBARI – Questa mattina il sindaco di Bari Antonio Decaro ha partecipato alle celebrazioni organizzate a Catino per ricordare il 24° anniversario della strage di Capaci, nella quale persero la vita Francesca Morvillo, Giovanni Falcone e gli agenti della sua scorta. Dopo aver deposto una corona di alloro presso l’Albero Falcone nel giardino intitolato a Peppino Impastato, insieme al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e al prefetto di Bari Carmela Pagano, il sindaco è salito sul palco per parlare ai ragazzi delle scuole baresi che hanno partecipato al concorso “Diamo forza al nostro impegno. Partecipazione attiva per lottare contro le mafie”, bandito dal MIUR e dalla Fondazione Falcone.

Di seguito il testo dell’intervento del sindaco:

Era il 23 maggio 1992. Sono passati 24 anni dal giorno in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Il 23 maggio è uno di quei giorni in cui il nostro Paese si ferma per riflettere e per ringraziare degli uomini straordinari che ci hanno insegnato cosa significa amare la propria terra e desiderare per essa la libertà. La strage di Capaci resta una ferita enorme nella storia italiana, che brucia sulla pelle di tutti noi, una ferita che ogni giorno deve ricordarci che il male esiste e che è nostro compito non arrenderci al male. Perché ognuno di noi, nel suo piccolo, sul proprio territorio, anche con piccoli gesti, può dire no alla mafia, alle sopraffazioni e al potere di chi pensa che gli interessi oscuri di pochi possano vincere sul bene delle nostre comunità. Le celebrazioni di questa giornata devono servire ad ognuno di noi a ricordare che abbiamo ancora tanta strada da fare per la legalità e la giustizia e che l’esempio di uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, e con loro gli uomini della scorta e tutte le vittime innocenti di mafia, può guidarci lungo la strada da percorrere insieme. Ogni giorno siamo chiamati a fare delle scelte. Scelte che devono essere dettate dal senso di giustizia e di legalità. Scelte che devono essere dettate dal coraggio di decidere da che parte stare, senza farsi condizionare dalla paura. Giovanni Falcone diceva che il coraggio non è avere o non aver paura. Il coraggio è riuscire a non farsi condizionare dalla paura. Il 23 maggio del 1992 moriva Giovani Falcone, 50 giorni dopo il nostro Paese perdeva anche Paolo Borsellino, due magistrati che hanno guardato in faccia la loro paura e quella delle loro famiglie senza voltare la testa dall’altra parte. Oggi il mio pensiero va anche alla nostra città: ai commercianti di via Giulio Petroni che hanno denunciato le estorsioni, agli imprenditori che hanno confermato le intuizioni degli inquirenti sulle infiltrazioni criminali nei cantieri, agli ambulanti regolari che hanno scelto di tenere aperte le loro attività nonostante le intimidazioni subite. Dobbiamo prendere esempio da queste persone, lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo a chi come Giovanni Falcone per la giustizia e la legalità ha sacrificato la propria vita. Lo dobbiamo, soprattutto, a voi, che siete il futuro di questo Paese, perché ciò che facciamo oggi sia per voi di esempio e vi indichi la strada da seguire, come per le nostre generazioni è stato di esempio il sacrificio di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino e di tutti coloro i quali hanno perso la vita insieme a loro per servire il nostro Paese”.